Italia femminile

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Big Lebowski
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Re: Italia femminile

Messaggio da Big Lebowski » 5 mag 2018, 13:07

metabolik ha scritto: Il casco imbottito fu già discusso e ci fu una forte opposizione perchè si teme che l'avere una protezione in testa predispone, più o meno consciamente, all'uso della testa come ariete.
Questo è un punto per me interessante. L'illusione della sicurezza porta infatti a correre rischi maggiori. Lo si è visto nel football americano dove i giocatori colpiscono col casco assumendo, in maniera più o meno consapevole, di non correre grossi rischi grazie al casco che indossano. Il risultato è un numero elevatissimo di danni cerebrali.

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mondOvALE
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Re: Italia femminile

Messaggio da mondOvALE » 5 mag 2018, 13:42

Ad avvalorare la vostra tesi vi dico che mi ha pubblicamente risposto Andrea Cimbrico, Head of Communications e Media Relations della FIR ricordandomi gli studi già fatti in merito e che han portato sostanzialmente ad un nulla di fatto proprio per la tutela irrisoria del caschetto verso i traumi cranici e l'invincibilità indiretta che infonde a chi lo indossa, portandolo ad usare il capo come ariete.
Questa la mia risposta (chiedo scusa per la lunghezza. Non è obbligatorio leggerla. Intanto, grazie a chi ha partecipato alla discussione).
"Gent.mo Andrea Cimbrico debbo innanzitutto ringraziarLa per la risposta non dovuta. Dimostra attenzione, interesse e cortesia. Naturalmente avrà notato che ciò che mi ha mosso a metter nero su bianco quanto sopra non è stato né un intento polemico né una ricerca di responsabilità (pratica odiosa e non nel mio stile) verso il recente dramma accaduto. Lo stesso padre della giovane, del resto, si è espresso in modo fatalista. Ma, anche per rispondere alla Sua, ciò che mi spinge a credere in questa mia "battaglia" etica é che "qualcosa vada fatto".
Avevo sentito parlare degli studi riguardo i traumi in questione. Personalmente nessuno mi toglierà la convinzione che, volendolo sul serio, davanti a eventuali drammi ripetuti e non a gladiatori suonati che si rialzano dopo scontri sempre più violenti con l'aumento di muscoli, aggressività e velocità individuali e di gioco, forse quegli studi avrebbero portato ad una scelta magari impopolare nel tradizionale mondo rugbistico ma più drastica a favore della sicurezza. Magari un caschetto più imbottito pur mantenendo enorme leggerezza e visione periferica. Magari altro. Non può essere uguale un impatto con e senza. Un amico che gioca in Eccellenza, per motivi molto vicini alle mie preoccupazioni, lo indossa costantemente pur non essendo in Prima Linea e non avendo subito gravi concussion pregresse. Per lui è una tutela in più e questo non gli infonde quel senso di invincibilità che dovrebbe portarlo a scontrarsi con ulteriore enfasi. I motivi per indossarlo, tra orecchie torturate, tacchettate, tagli al capo, alle sopracciglia con conseguenti sanguinamenti etc... sarebbero diversi. La tutela su eventuali altri traumi, certo di entità media, sarebbero solo un valore aggiunto. Ripeto: non darebbe alcune certezze. Solo ulteriori sicurezze. La prego di considerare la possibilità di riaprire un nuovo tavolo di discussione e studio riguardo l'affinamento di un accessorio specifico tanto importante per uno sport in cui il capo è sollecitato in ogni maniera possibile. Magari parlandone approfonditamente in qualche riunione coi protagonisti stessi. Non mi piace l'idea che tutto possa essere ricondotto alla sola fatalità e che si dia oramai per scontata l'impossibilità a limitare questo rischio. Sa meglio di chiunque altro che il rugby è molto cambiato rispetto ad anni fa. La violenza con cui fisici sempre più ipertrofici e veloci si scontrano è spaventosa. Io stesso a volte non mi capacito di come possano uscirne indenni. So bene che esistono dinamiche che portano a danni impossibili da evitare, come al collo ad esempio. Gli stessi regolamenti son più restrittivi, puniscono le infrazioni eppure vengono commesse con regolarità e non sempre involontariamente... Contemplo la fatalità. Non la rinuncia a prescindere per limitarne gli effetti. Ringrazio e saluto."

E' un po' curioso però il principio di "non-protezione per evitare maggiori danni". Ci sono sport, anche nobilissimi, che si adoperano per studiare (e creare) protezioni sempre più a tutela di salute ed organi vitali. Se questo porta ad esagerare, oltre che istintivo è un fatto culturale e di interpretazione delle dinamiche di gioco. Culturale come lo è, a mio avviso, voler mantenere lo status quo delle cose in uno sport conservatore senza considerare quanto sia cambiato negli anni, mentre le parti vitali a rischio son sempre le stesse. Insomma, qualcosa andrebbe fatto o, perlomeno, provato.
Grazie e scusate la lungaggine.

JosephK.
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Re: Italia femminile

Messaggio da JosephK. » 5 mag 2018, 14:24

Big Lebowski ha scritto:
metabolik ha scritto: Il casco imbottito fu già discusso e ci fu una forte opposizione perchè si teme che l'avere una protezione in testa predispone, più o meno consciamente, all'uso della testa come ariete.
Questo è un punto per me interessante. L'illusione della sicurezza porta infatti a correre rischi maggiori. Lo si è visto nel football americano dove i giocatori colpiscono col casco assumendo, in maniera più o meno consapevole, di non correre grossi rischi grazie al casco che indossano. Il risultato è un numero elevatissimo di danni cerebrali.
Posso portare testimonianza diretta che è proprio così. Noi avevamo 2 team di football americano vicini e capitava diciamo almeno 2 volte al mese che qualcuno dei loro giocatori venisse a provare da noi. Ebbene erano i momenti più pericolosi dell'anno. Il caschetto, ma anche l'armatura, fanno poco in termini di difesa dagli impatti e dagli urti, certo direte meglio poco che niente. Ma io mi affido in questo a chi fa studi con metodo scientifico e se così viene stabilito dalla ricerca (non lo so, scrivo per ipotesi) è giusto agire di conseguenza.

Fondamentale quanto dice Meta. L'insegnare a placcare, a cadere e soprattutto come andare a contatto sono essenziali. E fare anche allenamento dedicato per ognuna di queste cose, introdurre gradualmente i nuovi giocatori. Io mi ruppi una costola per colpa mia, andando a contatto da stupido. La prima cosa è allenare bene e insegnare molto bene la tecnica dello sport. Poi occorre essere a livello di regolamento e di punizioni in campo assoliutamente radicali per le situazioni a rischio. E cercamente è utile progredire nella ricerca di protezioni attive ma onestamente anche la migliore armatura era una spugnetta, io ho sempre avuto l'idea che fosse marketing e non desse vera protezione. PEr il caschetto non saprei dire, non l'ho mai usato, provato una volta e mi sembrava di avere in testa un alveare...

Ripeto non sto dicendo che non sono inutili ma che rispetto alle protezioni attive è giusto affidarsi alla ricerca fatta con metodo rigorosamente scientifico e alla ricerca di miglioramenti che potranno essere introdotti.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

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Garryowen
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Re: Italia femminile

Messaggio da Garryowen » 5 mag 2018, 15:20

Allora, ci torno per un momento perché mi sembra che si stia girando intorno all'argomento.

Un punto che possiamo dare per assodato, credo, è che l'attuale caschetto non serva a nulla per i traumi cranici. Evita magari le ferite, tutela quello che sta "fuori" e non quello che sta "dentro".
Direi che sia abbastanza ingeneroso sollecitare la FIR o World Rugby sull'argomento concussione, quando sappiamo che è già una delle priorità di entrambe le federazioni, anzi forse la prima fra tutte.
Non so perché adesso non sia più attiva la pagina "Concussion" sul sito di World Rugby, ma già il fatto che avessero dedicato una pagina all'argomento, allo stesso livello di "Keep rugby clean" (doping), dimostra come sia sotto ai riflettori.

Quello che si dovrebbe fare, forse, è estendere alle categorie inferiori i protocolli e i controlli messi in atto fra i professionisti. Cosa complicatissima, forse impossibile.

Le "soluzioni semplici" mi trovano sempre dubbioso, sospettoso.
Cosa impedisce a una federazione di dire "Caschetto obbligatorio per tutti pena squalifica" seguito da... "Sono regolari solo i caschetti omologati dalla FIR". Non ci vedreste sotto un bel business? Sarebbe semplicissimo e velocissimo.
Magari ci scapperebbe anche un nuovo sponsor per la nazionale...

Con una semplice norma ci si mette a posto la coscienza e si prendono pure dei soldi, e cosa lo impedisce?
Direi la serietà e l'onestà, o no?
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)

http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria

Garryowen
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Re: Italia femminile

Messaggio da Garryowen » 5 mag 2018, 16:16

Bravissimi i ragazzi della naz. Seven U18 che hanno dedicato a Rebecca il loro successo sulla Russia:



Immagine
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Re: Italia femminile

Messaggio da Tallonatore80 » 5 mag 2018, 16:48

Garryowen ha scritto:Allora, ci torno per un momento perché mi sembra che si stia girando intorno all'argomento.

Un punto che possiamo dare per assodato, credo, è che l'attuale caschetto non serva a nulla per i traumi cranici. Evita magari le ferite, tutela quello che sta "fuori" e non quello che sta "dentro".
Direi che sia abbastanza ingeneroso sollecitare la FIR o World Rugby sull'argomento concussione, quando sappiamo che è già una delle priorità di entrambe le federazioni, anzi forse la prima fra tutte.
Non so perché adesso non sia più attiva la pagina "Concussion" sul sito di World Rugby, ma già il fatto che avessero dedicato una pagina all'argomento, allo stesso livello di "Keep rugby clean" (doping), dimostra come sia sotto ai riflettori.

Quello che si dovrebbe fare, forse, è estendere alle categorie inferiori i protocolli e i controlli messi in atto fra i professionisti. Cosa complicatissima, forse impossibile.

Le "soluzioni semplici" mi trovano sempre dubbioso, sospettoso.
Cosa impedisce a una federazione di dire "Caschetto obbligatorio per tutti pena squalifica" seguito da... "Sono regolari solo i caschetti omologati dalla FIR". Non ci vedreste sotto un bel business? Sarebbe semplicissimo e velocissimo.
Magari ci scapperebbe anche un nuovo sponsor per la nazionale...

Con una semplice norma ci si mette a posto la coscienza e si prendono pure dei soldi, e cosa lo impedisce?
Direi la serietà e l'onestà, o no?

Metto una postilla caro Garry:
Nessun casco può proteggere "ciò che sta dentro" da commozioni cerebrali e fatalità dovute dagli impatti.
Nemmeno quello da football americano o quello da motociclista.

Sono cose che capitano e possono capitare in tutti gli sport.
Se nel basket caschi male e picchi la testa a terra, se nel calcio durante un colpo di testa incocci un'altra capoccia o un palo, nell'hokey contro i vetri, nel polo, nell'equitazione... nessuno sport è esente da rischi, persino nell'atletica leggera c'e' chi si è preso un giavellotto nel costato.

Fatalità? destino? sfiga? parche? chiamiamole come ci pare ma succede e capita.
Tirare fuori la storia dello sport pericoloso o dei presidi per tutelare la salute è un pretesto per destare l'attenzione.

Durante un placcaggio ti puoi fare male in mille modi: mettendo male la testa, non andando abbastanza basso, non contraendo la muscolatura, mettendo male le ginocchia, avendo paura.

Per Rebecca è andata in un modo tragico ed inaspettato.

La questione non è il casco ne lo sport duro.
La questione è la fatalità di un momento disgraziato.
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo

JosephK.
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Re: Italia femminile

Messaggio da JosephK. » 10 mag 2018, 12:19

"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

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Ilgorgo
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Re: Italia femminile

Messaggio da Ilgorgo » 13 mag 2018, 11:11

Forse è un discorso un po' cinico il mio, ma mi sembra che il mondo del rugby italiano abbia reagito molto bene a questa amara vicenda: poteva essere un contraccolpo alla diffusione della palla ovale e in particolare una pietra sulle speranze di rendere popolare la pratica del rugby femminile, invece la scomparsa di questa ragazza è diventata un momento di coesione e di consolidamento di tutto il popolo del rugby italiano. La FIR non ha nascosto la notizia ma anzi le ha dato tutta l'importanza che purtroppo aveva ed è stata la scelta in tutti i sensi più giusta

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Re: Italia femminile

Messaggio da Garryowen » 13 mag 2018, 11:20

Questa tragedia è troppo fresca e, almeno per me, coinvolgente per commentare in modo distaccato.
Però mi rimane qualche dubbio che scriverò a mente fredda...
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Re: Italia femminile

Messaggio da Garryowen » 8 giu 2018, 13:44

La Seven femminile per Roma:

Beatrice CAPOMAGGI (UNIONE RUGBY CAPITOLINA)
Giulia CAVINA (CFFS R.COGOLETO&PROV.OVEST)
Micol CAVINA (CFFS R.COGOLETO&PROV.OVEST)
Bianca Maria COLTELLINI (GLOUCESTER – HARTPURY, ING)
Arianna CORBUCCI (FRASCATI RUGBY CLUB 2015)
Giada FRANCO (RUGBY COLORNO F.C.)
Isabella LOCATELLI (RUGBY MONZA 1949)
Maria MAGATTI (RUGBY MONZA 1949)
Benedetta MANCINI (UNIONE RUGBY CAPITOLINA)
Aura MUZZO (VILLORBA RUGBY)
Laura PAGANINI (CUS MILANO RUGBY)
Silvia POLESELLO (INIZIATIVE-VILLORBA RUGBY)

Solo una delle campionesse d'Italia (e solo una delle vice-campionesse), ma del resto quest'anno Sillari e compagne sono state abbastanza spremute, poi a fine giugno c'è la prima tappa del Grand Prix Seven in Francia...
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Re: Italia femminile

Messaggio da Ilgorgo » 15 giu 2018, 10:04

Secondo questa pagina facebook (sempre molto poco affidabile: https://www.facebook.com/Rugbyit-1637030689872550/) l'Italia femminile potrebbe disputare in novembre un Quattro Nazioni a Valencia con Spagna, Giappone e Hong Kong. Mi pare che nell'articolo citato non si citi alcun anno, ma ipotizzo che si stia cercando di organizzare il torneo già per quest'anno.
Sarebbero semifinali il martedì (Italia-Giappone, Spagna-Hong Kong) e finali il sabato.
Spero che l'idea vada in porto

jentu
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Re: Italia femminile

Messaggio da jentu » 16 giu 2018, 16:52

Quello che non resco a capire è perchè la coppa Italia femminile si giochi su metà campo a 7 e non sul campo intero
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)

Mr Ian
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Re: Italia femminile

Messaggio da Mr Ian » 16 giu 2018, 17:27

jentu ha scritto:Quello che non resco a capire è perchè la coppa Italia femminile si giochi su metà campo a 7 e non sul campo intero
Perche purtroppo col Seven non ha niente a che vedere...

jentu
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Re: Italia femminile

Messaggio da jentu » 17 giu 2018, 12:30

Mr Ian ha scritto:
jentu ha scritto:Quello che non resco a capire è perchè la coppa Italia femminile si giochi su metà campo a 7 e non sul campo intero
Perche purtroppo col Seven non ha niente a che vedere...
Lo so, ma tanto non ha niente a che vedere con le seniores giocare in 7 su un campo U12.
Non senso per non senso, ragionando sui numeri scarsi delle giocatrici, è meglio trasformarla in rugby seven
Parlare e scrivere sono due attività umane differenti
I fatti degli altri sono solo opinioni, le mie opinioni sono fatti (cit. omen nomen)
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (cit. Incertae sedis)

Mr Ian
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Re: Italia femminile

Messaggio da Mr Ian » 17 giu 2018, 13:57

jentu ha scritto:
Mr Ian ha scritto:
jentu ha scritto:Quello che non resco a capire è perchè la coppa Italia femminile si giochi su metà campo a 7 e non sul campo intero
Perche purtroppo col Seven non ha niente a che vedere...
Lo so, ma tanto non ha niente a che vedere con le seniores giocare in 7 su un campo U12.
Non senso per non senso, ragionando sui numeri scarsi delle giocatrici, è meglio trasformarla in rugby seven
Diciamo che ha un senso come approccio al rugby per le ragazze, magari per chi non ha fatto il mini rugby, dopodiché passerei ad una versione a 10, graduale fino al 15... purtroppo l Italia al femminile non può puntare forte su entrambe le discipline, deve sceglierne una...mi andrebbe bene che la fir pensasse al Xv ed il Coni al 7

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