Cultura del tifo

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mondOvALE
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 2 mar 2016, 9:00

tonione ha scritto:il tifo vegano. quello senza il maiale ma con la zucca e la cicoria. oddio la cicoria pare un polpo, meglio l'insalatina che è fragile e se consuma prima.
credete veramente che permettere a uno di non esprimersi quando è in uno stadio sia la faccia migliore del tifo?
Dipende dall'espressione. Per ogni luogo che decidiamo di frequentare, ce ne sono un vastissimo campionario di possibili a nostra disposizione. Alcune adeguate. Altre meno. Altre sconsigliabili. Per dire: se vado al cinema ed assisto ad un pessimo film, un'espressione emblematica e pernullaffatto "vegana" sarebbe una scorreggia di protesta e dissenso ma dicono non sia adeguata. Più o meno come i fischi in una partita di rugby, che non è un evento sacrale ma prevederebbe un codice bon ton non scritto di comportamento e, di conseguenza, del tifo.
E pensare che il Galateo l'abbiamo inventato noi mezzo millenio fa. Pazzesco a ripensarci ora. Sembra una barzelletta...

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mondOvALE
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 2 mar 2016, 12:16

http://www.lauracastelletti.it/index.ph ... o-e-vuoto/

Premessa per i puristi: chi lo desidera, si tappi il naso perchè è un tema piuttosto calcistico. Tratta comunque un'analisi interessante riguardo il popolamento degli stadi ed il parallelismo con la modernità degli impianti.
Mi è capitato di leggerla perchè a Brescia si sta riflettendo da anni (oserei dire decenni) sul disamore verso la squadra calcistica e sull'esigenza (direi oramai impellenza) di avere uno stadio che si possa definire tale, data l'eufemistica inadeguatezza di quello attuale.
"Va ampliato... Va ridotto... Va ristrutturato... Va demolito e ricostruito... Va spostato lontano dal nucleo urbano... Va lasciato in città... Va fatto fare dalla regione/provincia/comune... Va fatto fare alla società di calcio... Va abbinato ad un centro commerciale/megastore... Non va svilito come un prodotto dozzinale... etc etc...".
Se ne son sentite di ogni tipo e colore. Tutte rispettabili, anche se nessuno sembra avere la ricetta magica.
Il focus è comunque come portare gente all'evento. Credo riguardi il calcio come altri sport, rugby compreso, anche se certe discipline fatte nei palazzetti sembrano risentire meno del problema pur vivendo anche loro all'ombra del fagocitante calcio.
Insomma, in questo specifico caso, Laura Castelletti, consigliere comunale bresciana, si interroga su quanto vi sia di necessario nell'offrire una struttura accogliente per (tornare ad) avere più spettatori, al di là di crisi economica, malagestione di un certo sport, performance della squadra etc...
Boh...prendetelo così, a vostro libero uso e consumo, e se pensate che si possa relazionare anche al rugby, dite la vostra.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Luqa-bis » 2 mar 2016, 17:32

Stuzzicato da MondOvale, rispondo, e, ammetto, sarò provocatorio.

Pre 1) Quando ho messo quella replica alcuni messaggi non apparivano. Osservazione diretta a chi gestisce il forum.

Pre 2) chiarisco il mio messaggio al solito criptico

1) Possiamo anche chiedere di avere educazione e galateo quando si entra in uno stadio se dedicato al rugby. Mi permetto di dire che a me garberebbe anche avere del bel sostegno sonoro e visivo , cosa che mi sembra più in difetto della educazione, visto quanto ci si lagna dell'Olimpico , del suo pubblico eccetera eccetera.

2) rapporto qualità/quantità - Non è solo da noi. Altrove non sono convinti di aver migliorato il pubblico nel tempo, e peraltro pensano che certi segmenti dei ruggers siano semplicemente passati al tredici.
Soprattutto se i nuovi li lasci pascolare come vogliono senza insegnare nulla.

3) etichetta 1.
Vogliamo etichetta? Bene allora chiariamo quale è l'etichetta , spieghiamo quale è e perché.
In particolare

3a. essere agghindati in maniera più o meno ridicola è legittimo o talvolta può essere inteso anche negativamente dall'ospite, specie se accenna a trascorsi eventi ?
3b. certe forme di grazioso dileggio dell'avversario sono ammesse? Quali?
3c. certe forme di amore etilista e conseguenti atteggiamenti un po ' naive come sono da ritenere?
3c. Certe forme di altrettanto graziosa controreplica , tipo l'invito a deporre le ruote del grazioso sodomita carretto nelle immediate adiacenze delle candide terga rosalancasteriane (udito dai sostenitori gallesi al Flaminio, quando a vedere Italia-Galles c'erano spesso molti inglesi) è legittimo ?

4) etichetta 2

Disapprovazione arbitro e giocatori.
4a. arbitro. Forme come "mi scusi ma gli spettatori devono stare fuori dal terreno di gioco " sono ammesse?
L'ululato albionico è più legittimo dell'imprecazione toscana e veneta? La colorita disapprovazione francese è più elegante delle ruspanti parole romanesche?

4b. Avversari, al seconda linea over 30 che pianta un cazzotto nelle reni ad un 19enne in una ruck, che questi sia o meno in fuorigioco , o che cammina sulle mani del 3/4 avversario quando questo è a terra , cosa è concesso dire ?
Bifolco
mascalzone
poffarre lei è un maleducato
perbacco lei è un gaglioffo
perché anche in questo caso le tribune del Flaminio e dell'Olimpico hanno spesso sentito ululati ed esclamazioni transalpine e atlantico insulari non delicatissime per orecchie di educanda.

5. Interferenze politiche (da altro tema)

Si può non crederci, ma al Flaminio curva alla destra della tribuna (quindi verso Piazzale Flaminio e non Ponte Flaminio) a metà anni 2000, il gruppetto con bandiera con Croce di S.Andrea e accanto bandiera con quel simbolo verde a 6 punte, c'era. All'inno italiano fischiarono e fuori nel pre partita ho sentito dichiarare perché. Così come c'erano anche simpatizzanti di alcune organizzazioni molto vicine a curve calcistiche e di chiara connotazione politica .
Pochi casi, ma presenti e non ostracizzati e "educati" sull'etichetta rugbistica. Qui mi fermo senza pretendere di esser creduto.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 4 mar 2016, 17:38

Luqa le tue considerazioni hanno un senso ma non devi vedere il tutto come "se non è bianco è nero" ma nell'ottica di una "direzione" verso cui andare, di una strada che, idealmente, non ammette rivoli o condizioni o mezze misure anche se queste esistono.

Se hai studiato Kant, è il concetto di fine regolativo, qualacosa a cui tendi è che è il fine del tuo percorso. Io la vedo così.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Luqa-bis » 4 mar 2016, 18:41

Purtroppo devo ammettere la mia ignoranza.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da jpr williams » 5 mar 2016, 10:53

JosephK. ha scritto:Luqa le tue considerazioni hanno un senso ma non devi vedere il tutto come "se non è bianco è nero" ma nell'ottica di una "direzione" verso cui andare, di una strada che, idealmente, non ammette rivoli o condizioni o mezze misure anche se queste esistono.

Se hai studiato Kant, è il concetto di fine regolativo, qualacosa a cui tendi è che è il fine del tuo percorso. Io la vedo così.
OT secchione smemorato
Oddio, sono passati tanti anni, ma quella è la faccenda della fianlità regolativa e non costitutiva delle idee; solo che non mi ricordo se è nella Critica della ragion pura o in quella del giudizio.
Rinfresca la memoria ad un anziano.
Fine OT secchione smemorato
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 5 mar 2016, 14:25

In sostanza: un fine non è un dato di fatto ma qualcosa "verso cui" ti muovi e che regola il tuo percorso. Fine regolativo = entrare un campo e ambiare ad essere un AB anche se non lo sarai mai e anche se giocherai da schifo, hai il cagotto, piove e scivoli, il campo è di pietra arenaria, le mamme dei tuoi avversari ti sfottono ecc.

In sostanza: le cose che dice Luqa ci stanno ma il principio della dignità e del rispetto (e in generale il succo che stiamo cercando di difendere della "cultura del tifo"), resta come un "dovere autonomo" che è la direzione che dobbiamo perseguire. Al di là dei singoli casi, delle singole possibilità ecc.

Un buon pasticcere ambisce alla Saint Honoré perfetta. MAgari non la farà mai perché non ha esperienza, ingredienti buoni, il forno professionale, il frigo che funziona bene, perché accanto ha qualcuno che gli dice "tanto non ci riesci", perché la sua pasticceria non ha clienti ecc. MA il suo "fine regolativo" resta autonomo dai casi della sua vita e persegue quella "idea limite" che sta di fronte a lui.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da metabolik » 5 mar 2016, 14:59

Bello, ottimamente sintetizzato.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da enrico land » 6 mar 2016, 23:25

mondOvALE ha scritto: Laura Castelletti, consigliere comunale bresciana
Scusa se faccio il pelo nell'uovo Ale, ma la Laura Castelletti è vicesindaco, non un consigliere comunale qualunque :)
Il suo articolo era interessante, anche se non condivido alcuni punti. Innanzitutto non è vero che la colorazione "arlecchino" dello Stadio Friuli di Udine faccia risaltare i posti vuoti. Anzi, proprio perché di colori diversi sembrano pieni, a prima vista, ma poi ovviamente ti accorgi che è finzione. Ti accorgi che uno stadio è vuoto dove è la tribuna è monocroma, non dove è multicolore. In secondo luogo, è fondamentale decidere la locazione dello stadio: ti pare che avere lo stadio a Mompiano, al giorno d'oggi, abbia un senso? Dovrebbe essere nella zona servita dalle autostrade e dalla metro, praticamente a Brescia Centro o Brescia Est (quasi Castenedolo, capolinea sud-ovest della metro... siamo lì). Non si può fare finta che doversi fare tutta la "tangenziale" ovest è un grosso disincentivo ad andare allo stadio, considerando che la stragrande maggioranza dei tifosi delle rondinelle non viene di certo dalla ValTrompia e che il 100% di chi arriva in trasferta dovrà passare di lì. Penso all'ubicazione degli stadi in altre città, penso al Bentegodi a Verona ma anche a Parma, sia per l'ovale Lanfranchi che per il calcistico Tardini, che sono comodi da raggiungere. Raggiungere il Rigamonti è un'Odissea, sarebbe folle abbatterlo e ricostruirlo nello stesso posto, non è un dettaglio secondario su cui sorvolare (come dice la Castelletti), per me è un punto cardine su cui poi possono costruirsi altri mille ragionamenti su tutto il resto, ma senza questo non si va da nessuna parte.
"Chi sono, i Puntinisti? Donne e uomini pigri, che non hanno la costanza e il coraggio di finire un ragionamento. Le loro frasi galleggiano nell'acqua come le ninfee di Monet [...]. Raramente questa overdose di puntini esprime un pensiero compiuto"

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 7 mar 2016, 10:02

enrico land ha scritto:
mondOvALE ha scritto: Laura Castelletti, consigliere comunale bresciana
Scusa se faccio il pelo nell'uovo Ale, ma la Laura Castelletti è vicesindaco, non un consigliere comunale qualunque :)
Il suo articolo era interessante, anche se non condivido alcuni punti. Innanzitutto non è vero che la colorazione "arlecchino" dello Stadio Friuli di Udine faccia risaltare i posti vuoti. Anzi, proprio perché di colori diversi sembrano pieni, a prima vista, ma poi ovviamente ti accorgi che è finzione. Ti accorgi che uno stadio è vuoto dove è la tribuna è monocroma, non dove è multicolore. In secondo luogo, è fondamentale decidere la locazione dello stadio: ti pare che avere lo stadio a Mompiano, al giorno d'oggi, abbia un senso? Dovrebbe essere nella zona servita dalle autostrade e dalla metro, praticamente a Brescia Centro o Brescia Est (quasi Castenedolo, capolinea sud-ovest della metro... siamo lì). Non si può fare finta che doversi fare tutta la "tangenziale" ovest è un grosso disincentivo ad andare allo stadio, considerando che la stragrande maggioranza dei tifosi delle rondinelle non viene di certo dalla ValTrompia e che il 100% di chi arriva in trasferta dovrà passare di lì. Penso all'ubicazione degli stadi in altre città, penso al Bentegodi a Verona ma anche a Parma, sia per l'ovale Lanfranchi che per il calcistico Tardini, che sono comodi da raggiungere. Raggiungere il Rigamonti è un'Odissea, sarebbe folle abbatterlo e ricostruirlo nello stesso posto, non è un dettaglio secondario su cui sorvolare (come dice la Castelletti), per me è un punto cardine su cui poi possono costruirsi altri mille ragionamenti su tutto il resto, ma senza questo non si va da nessuna parte.
Ma il pelo nell'uovo, invece di farlo, non si cerca? :-] C'avrai un bel da fare... SABOTATORE DI UOVA! :lol:
Sul ruolo della Castelletti hai ragione. Il concetto del discorso cambia poco. Il focus era ragionare su come portare più gente negli stadi, al di là della modernità o comodità di un impianto sportivo. E questa correlazione sembrerebbe non esserci. Il "cliente-tifoso" andrebbe fidelizzato a tal punto che possa portarne di nuovi per un'osmosi della passione e non per quanto è bello uno stadio. Quindi...merchandising fornitissimo con ordini e spedizioni, omaggi a "costo zero" (o quasi) anche ai bimbi, interazione continua e coinvolgente tramite internet, personale brillante, giovane ed accogliente negli stadi etc... Un tifoso non va mai dato per acquisito per sempre. Va coltivato, come un amico. Altrimenti, prima o poi, lo perdi. Inutile ricordare quanto questo processo sia assente a Calvisano, in cui si fa tutto ciò che non dovrebbe essere fatto. Ed infatti si fanno bastare i quattro gatti che hanno. Ma quella è una mia riflessione circoscritta a loro, quindi eviterei di approfondire.
Riguardo nello specifico il Rigamonti di Brescia, beh... Al tempo, il progetto di Corioni di farlo a Castenedolo abbinato ad un centro commerciale si arenò per mille motivi economico-logistico-burocratici ma nemmeno io ricordo di esser stato favorevole, al di là della vicinanza di autostrade e tangenziali. Uno stadio deve avere un'identità e deve essere un posto a cui i cittadini possano e debbano affezionarsi. Tutti, anche quelli che non amano il calcio. Dev'essere parte di una città perchè testimonianza della sua storia sportiva, culturale, sociale e territoriale. Farlo lontano vorrebbe dire perdere un legame che già oggi è fievolissimo, soprattutto per una parte di pubblico indolente, anziana o semplicemente curiosa. La vicinanza con i grandi canali stradali sarebbe di vantaggio solo per quei due o tre pullman ospiti. Per il resto si emarginerebbe una struttura che invece dovrebbe coinvolgere non solo mille ultras ma la città intera. Io lo stadio lo rifarei proprio lì dov'è. Più piccolo, raccolto, all'inglese, più parcheggi funzionali e...più sicurezza, altrimenti allo stadio non ci si porta più nessuno. Brescia è "IL" Mario Rigamonti ed il Mario Rigamonti può essere solo a "Mompià". Un "Rondinelle Stadium" a venti chilometri sarebbe una bella scatola vuota.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da JosephK. » 7 mar 2016, 11:45

Scusate se continuo l'OT ma a Brescia non stavano già facendo tribune nuove a ridosso del campo rispetto a quelle "tonde" dietro? Lo ricordo perché ci ho visto la nazionale. Ora parlano di fare stadio ex novo?
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 7 mar 2016, 12:13

JosephK. ha scritto:Scusate se continuo l'OT ma a Brescia non stavano già facendo tribune nuove a ridosso del campo rispetto a quelle "tonde" dietro? Lo ricordo perché ci ho visto la nazionale. Ora parlano di fare stadio ex novo?
Tempo fa la curva NORD degli ultras BS l'hanno effettivamente fatta nuova a ridosso del campo, ma parliamo di una struttura metallica piccola e parziale atta solo ad agevolare il contatto tra i pochi tifosi rimasti e la squadra. l'80% della struttura stravecchia, tetra, mangiata dall'umido e poco pratica per la visione adeguata di una partita, è rimasta quella di prima. Insomma, si son spese due palanche ma si è solo rimandato un problema che c'è ed è bello grosso. In serie A questo stadio non avrebbe nemmeno l'omologazione, credo. Oggi se ne parla ma lo si fa da decenni e lo si farà ancora per molto.

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da enrico land » 8 mar 2016, 14:50

mondOvALE ha scritto:
enrico land ha scritto:
mondOvALE ha scritto: Laura Castelletti, consigliere comunale bresciana
Scusa se faccio il pelo nell'uovo Ale, ma la Laura Castelletti è vicesindaco, non un consigliere comunale qualunque :)
Il suo articolo era interessante, anche se non condivido alcuni punti. Innanzitutto non è vero che la colorazione "arlecchino" dello Stadio Friuli di Udine faccia risaltare i posti vuoti. Anzi, proprio perché di colori diversi sembrano pieni, a prima vista, ma poi ovviamente ti accorgi che è finzione. Ti accorgi che uno stadio è vuoto dove è la tribuna è monocroma, non dove è multicolore. In secondo luogo, è fondamentale decidere la locazione dello stadio: ti pare che avere lo stadio a Mompiano, al giorno d'oggi, abbia un senso? Dovrebbe essere nella zona servita dalle autostrade e dalla metro, praticamente a Brescia Centro o Brescia Est (quasi Castenedolo, capolinea sud-ovest della metro... siamo lì). Non si può fare finta che doversi fare tutta la "tangenziale" ovest è un grosso disincentivo ad andare allo stadio, considerando che la stragrande maggioranza dei tifosi delle rondinelle non viene di certo dalla ValTrompia e che il 100% di chi arriva in trasferta dovrà passare di lì. Penso all'ubicazione degli stadi in altre città, penso al Bentegodi a Verona ma anche a Parma, sia per l'ovale Lanfranchi che per il calcistico Tardini, che sono comodi da raggiungere. Raggiungere il Rigamonti è un'Odissea, sarebbe folle abbatterlo e ricostruirlo nello stesso posto, non è un dettaglio secondario su cui sorvolare (come dice la Castelletti), per me è un punto cardine su cui poi possono costruirsi altri mille ragionamenti su tutto il resto, ma senza questo non si va da nessuna parte.
Ma il pelo nell'uovo, invece di farlo, non si cerca? :-] C'avrai un bel da fare... SABOTATORE DI UOVA! :lol:
Sul ruolo della Castelletti hai ragione. Il concetto del discorso cambia poco. Il focus era ragionare su come portare più gente negli stadi, al di là della modernità o comodità di un impianto sportivo. E questa correlazione sembrerebbe non esserci. Il "cliente-tifoso" andrebbe fidelizzato a tal punto che possa portarne di nuovi per un'osmosi della passione e non per quanto è bello uno stadio. Quindi...merchandising fornitissimo con ordini e spedizioni, omaggi a "costo zero" (o quasi) anche ai bimbi, interazione continua e coinvolgente tramite internet, personale brillante, giovane ed accogliente negli stadi etc... Un tifoso non va mai dato per acquisito per sempre. Va coltivato, come un amico. Altrimenti, prima o poi, lo perdi. Inutile ricordare quanto questo processo sia assente a Calvisano, in cui si fa tutto ciò che non dovrebbe essere fatto. Ed infatti si fanno bastare i quattro gatti che hanno. Ma quella è una mia riflessione circoscritta a loro, quindi eviterei di approfondire.
Riguardo nello specifico il Rigamonti di Brescia, beh... Al tempo, il progetto di Corioni di farlo a Castenedolo abbinato ad un centro commerciale si arenò per mille motivi economico-logistico-burocratici ma nemmeno io ricordo di esser stato favorevole, al di là della vicinanza di autostrade e tangenziali. Uno stadio deve avere un'identità e deve essere un posto a cui i cittadini possano e debbano affezionarsi. Tutti, anche quelli che non amano il calcio. Dev'essere parte di una città perchè testimonianza della sua storia sportiva, culturale, sociale e territoriale. Farlo lontano vorrebbe dire perdere un legame che già oggi è fievolissimo, soprattutto per una parte di pubblico indolente, anziana o semplicemente curiosa. La vicinanza con i grandi canali stradali sarebbe di vantaggio solo per quei due o tre pullman ospiti. Per il resto si emarginerebbe una struttura che invece dovrebbe coinvolgere non solo mille ultras ma la città intera. Io lo stadio lo rifarei proprio lì dov'è. Più piccolo, raccolto, all'inglese, più parcheggi funzionali e...più sicurezza, altrimenti allo stadio non ci si porta più nessuno. Brescia è "IL" Mario Rigamonti ed il Mario Rigamonti può essere solo a "Mompià". Un "Rondinelle Stadium" a venti chilometri sarebbe una bella scatola vuota.
Non sono d'accordo. Il tifo del Brescia Calcio mi sembra tanto cittadino quanto "di provincia", purtroppo conosco molta gentaglia che frequenta la curva delle Rondinelle ed è a causa loro se non ho mai visto dal vivo una partita del Brescia. Non sarà tutta gentaglia, del resto anche tu eri tra loro un tempo e ora invece sei qui, e ormai posso dire di conoscerti e affermare che non sei fatto a stampino come invece tanti di quegli esaltati sono, però sono tanti e parlando di sicurezza, ora come ora a andare a vedere il fobal c'è da aver paura anche coi pulcini, a volte.
Il progetto di Corioni, pace all'anima sua proprio oggi che è spirato, non lo conosco e non so perché sia stato accantonato. L'idea di un ennesimo centro commerciale non mi intriga (ne abbiamo più che troppi), ma quella di uno stadio a sud decisamente sì. Buffalora-Sant'Eufemia-San Polo, i centri urbani di Brescia appena a nord di Castenedolo, in termini di distanze sono in città tanto quanto lo è Mompiano, e pure tanto quanto lo è San Zeno (anche se è comune a sé, disgraziatamente) o il Villaggio Sereno. è il capolinea della metro, non facciamo passare il messaggio che quella zona sia scollegata e lontanissima dal resto della città perché non è così. Anche a Mompiano arriva la metro, certo, ma tu mi parli di "più parcheggi". A che servono i parcheggi, a Mompiano, se manca la strada?
La nostra è la provincia più "atomizzata" d'Italia, 1mln e 250mila abitanti con la città che non arriva a 200mila. Uno che arriva da Palazzolo, da Pontevico, da Desenzano, ecc, non prende né autostrada né tangenziale sud quando va allo stadio? Molto probabilmente le usa entrambe.
I chilometri da Bs centro alle zone di cui parlo, tra l'altro, non sarebbero 20 come dici tu, ma meno di 10, come dicevo con collegamenti ottimali per tutti i fruitori, tra mezzi pubblici e mezzi propri. A quel punto basterebbe soltanto farsi venire la voglia di andarci, allo stadio, magari con un po' di sale in zucca evitando di fare danni come accade di solito.
Si può discutere sull'importanza "storica" per la città del Rigamonti di Mompià, anche se da quando sono nato l'ho sempre sentito odiato da tutti, considerato un obbrobrio (cosa che, in effetti, è...) e dunque non penso che mancherà a qualcuno. Per quanto riguarda l'ubicazione, penso ci sia da guardare più alla comodità che alla tradizione o alla nostalgia, altrimenti non cambieremmo mai nulla. Proprio a Buffalora, tra l'altro, c'è il Centro Sportivo Rigamonti (nomen omen), con vicino un posticino molto carino chiamato Anda Tropicale...
PS: il pelo nell'uovo l'onesto lo cerca, il bravo lo trova e il furbo lo crea :-]
"Chi sono, i Puntinisti? Donne e uomini pigri, che non hanno la costanza e il coraggio di finire un ragionamento. Le loro frasi galleggiano nell'acqua come le ninfee di Monet [...]. Raramente questa overdose di puntini esprime un pensiero compiuto"

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Re: Cultura del tifo

Messaggio da mondOvALE » 8 mar 2016, 15:17

Noi due siamo la testimonianza vivente del perchè un nuovo stadio non si farà mai. :-]
Ed il perchè esiste la salmonella... :rotfl:

Secondavita
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Re: Cultura del tifo

Messaggio da Secondavita » 8 mar 2016, 15:37

Ci vorrebbe Gavazzi sindaco e presidente del Brescia cosi lo stadio lo farebbero in 4 e 4 ..8 ... :D :D
e' una battuta ovviammente... :rotfl:
Tanto va' la gatta al lardo ...
Che ci lascia lo zampino :shock:
non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire.... :roll:
Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza... O.Wilde
Chi tace non sempre acconsente ...a volte non ha voglia di discutere con idioti ...

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