La scienza si fonda sul dubbio, sulla pubblicità dei risultati, sulla replicabilità, sulla "critica" (auto e reciproca) della comunità scientifica. La cosa che differenzia scienza da ciarlatani non è tanto il "dove" una cosa si prende, "da cosa" arriva un principio attivo, ma il come tutto questo viene controllato e validato. Del resto ai greci e ai romani erano note le foglie (o le radici? non ricordo, vado a memoria degli studi universitari) di salice come rimedio per febbri e dolori ma l'aspirina è un'altra cosa e ben più funzionante.jpr williams ha scritto:Premesso che se avessi un cancro o, comunque, qualcosa di serio mi affiderei mani e piedi al miglior oncologo che posso trovare, ciò premesso ti invito, da uomo di scienza quale sei, a coltivare sempre il seme del dubbio. Ci sono un sacco di cose ancora da scoprire e molte nemmeno le immaginiamo. Se prima di Fleming ti avessero detto che con della muffa si poteva curarsi credo che tu (come me del resto) li avresti definiti dei ciarlatani. Dubitare sempre...enrico land ha scritto:Sul fatto che le grandi case farmaceutiche catturino molto di più, credo sia scontato, visto che fanno farmaci, a differenza case omeopatiche, e quindi offrono medicinali che curano molte più malattie. Senza contare che, per fortuna, le persone che si fidano (o che possono permettersi) dell'omeopatia sono poche e negli ultimi anni sono anche in calo. Tuttavia, calcolando che è un business che si prende gioco della salute delle persone, ed è privo di basi scientifiche, 600 milioni di fatturato non sono comunque pochi, per essere un mercato di nicchia e di lusso, avverso alla grande maggioranza della comunità medico-scientifica mondiale.
Il dubbio è un giusto presupposto, tutto il meccanismo di controllo della scienza si fonda sul dubbio e sul tentativo di mettere in discussione una scoperta o di trovarne una migliore. Ma un conto è la comunità scientifica e i suoi sistemi di controllo e validazione e un conto è il comune cittadino che fonda le sue credenze e i suoi dubbi sul rimedio della nonna, quello che ritiene "più naturale" o "meno artificiale/meno chimico" (tutte definizioni insensate), su quanto trova in un gruppo Facebook dove non si coltiva alcun dubbio, su quanto legge in Internet su siti di zero affidabilità...
Ripeto a me più dell'omeopatia in sé sconvolge il fatto che in luoghi con monopolio e dotati di "credibilità" pubblica (farmacie) si vendano ogni genere di cavolate oltre ai farmaci. Dai fiori di back ai profumi agli alimenti per animali agli pseudo-test magici per scoprire ogni cosa. Se sei monopolista vendi solo medicinali, se diventi un supermarket e miri solo agli utili allora ti tolgo il monopolio.
E mi fa specie che un medico, pagato con i soldi della collettività, spacci al popolo questo genere di cose, diffondendo non solo spese inutili ma ignoranza, lui che dovrebbe essere il primo baluardo dell'onestà, anche per il giuramento che fa.