una nazionale vera

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Petolo
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Messaggio da Petolo » 10 gen 2004, 13:43

Anche se sei gia\' alto 3 metri e dalla voce stentorea seppur gutturale, vorrei metterti sulle mie spalle e farti ripetere il messaggio dall\'alto, cosicche\' raggiunga piu\' persone possibile.
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.

Petolo
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Messaggio da Petolo » 10 gen 2004, 13:48

Pelo: Dallaglio qui si fa chiamare Lawrence e si sente inglese al 100%. E ne ha tutto il diritto.
<BR>
<BR>Mentre il sardo Dettori, anche se lo chiamano Frankie, si professa italiano al 100%.
<BR>
<BR>Entrambi sono perfettamente onesti riguardo a quale nazionalita\' e cultura sentono di appartenere. Facessero tutti cosi\'...
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
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cbr1978
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Messaggio da cbr1978 » 10 gen 2004, 23:57

avete visto,penso che non avremo bisogno di poul griffen se travagli gioca cosi!

pelo
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Messaggio da pelo » 11 gen 2004, 7:40

Petolo: io non ho mai messo in dubbio che Dallaglio si senta inglese al 100% ed è giusto così, ho fatto una precisazione ad un tuo dubbio, non ci leggere cose che non ho scritto, ma a maggior ragione se Dallaglio si sente inglese al 100% perché i nostri Stoica, Castrogiovanni, Dellapè, Peens, Philips(oriundi o equiparati che siano) ecc. non dovrebbero sentirsi italiani al 100% almeno sotto il piano rugbistico quando indossano la maglia Azzurra? perché ci deve essere a priori una differenza tra loro e un Dallaglio nel modo di vivere una emozione, un sentimento, una passione?
<BR>
<BR>P.S. il paragone tra Dallaglio e Dettori a mio avviso regge poco, il primo difende i colori di una nazionale, il secondo gareggia per sé stesso e per chi lo ingaggia, non ha bisogno di abbracciare un sentimento nazionale in questo senso. Ciao

Petolo
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Messaggio da Petolo » 11 gen 2004, 13:34

Non volevo polemizzare, anzi concordo con i fatti che hai citato. E hai ragione, Dallaglio e Dettori sono in situazioni completamente diverse. Senza paragonarli, volevo usarli come esempi diversi di come per me cio\' che conta non e\' nascita, passaporto o regole scritte, ma un genuino attaccamento personale (non dettato solo da interessi).
<BR>
<BR>Quanto agli equiparati italiani, sono certo che tutti o quasi sentono un attaccamento vero, e cio\' mi basta, ma non posso fare a meno di chiedermi:
<BR>
<BR>se un eleggibile kiwi o australiano fosse in procinto di essere considerato per una convocazione in NZ o AUS, direbbe ancora di sentirsi italiano?
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pelo
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Messaggio da pelo » 11 gen 2004, 23:05

....credo che anche la stragrande maggioranza di giocatori italiani al 100%, se avesse l\'opportunità di giocare per la Nzel o Aus, non si tirerebbe indietro........ma ognuno gioca al livello a cui appartiene, col massimo impegno e immedesimandosi in tale realtà, come è vero che un qualsiasi giocatore magari di serie C, per quanto attaccato al suo club, non rinuncerebbe a trasferirsi in una squadra di top ten se questa lo richiedesse. Poi è inevitabile che per alcuni giocatori questi discorsi generici non valgano, ma credo sinceramente che siano le famose eccezioni che confermano la regola. Un saluto

Petolo
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Messaggio da Petolo » 11 gen 2004, 23:21

Porc... ma allora ho proprio trovato uno testardo quasi quanto me!
<BR>Meglio se ci mettiamo d\'accordo sul fatto che la pensiamo in maniera diversa su questo punto, va\', altrimenti annoiamo tutti i frequentatori di questo sito pur di avere l\'ultima parola!
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
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Messaggio da Petolo » 11 gen 2004, 23:23

Comunque rispetto a me ti manca un \"to\", quindi ho ragione io...
<BR>tie\'
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
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Willimoski
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Messaggio da Willimoski » 12 gen 2004, 9:25

Il problema sugli equiparati è sentito anche all\'estero, sopratutto in Gran Bretagna (ci fu il grosso scandalo di Shane Howard, quando si schierò cn il Galles)
<BR>
<BR>Due anni fa Rugby World dedicò un\'inchiesta in intitolata,più o meno \"Le norme sull\'elegibilittà hanno senso ?\", sopratrutto in chiave anti-gallese e anti scozzese.
<BR>
<BR>La Russia è stata espulsa dai mondiali, Monaco dal Campionato europeo per lo stesso motivo.
<BR>
<BR>
<BR>Il problema è mondiale, visto che anche l\'Irlanda ha molti \"oriundi\"
<BR>
<BR>Le norme di oggi sono più restrittive (3 ani di residenza anzichè uno, impossibilità di cambiare nazionale, anche se si è giocato nella nazionale \"A\" )
<BR>
<BR>All\'Interno dell\'International Board è in corso uan discussione, con Neozelandesi, Australia e paesei celtici contrari a cambiare le regole, se non per tornare a regole più permissive (il caso Caucau insegna) e i più danneggiati direttamente (Fiji, Samoa, Argentina) o indirettamente (Inghilterra, Francia) che vogliono restringere ulteriormente le rogole introducendo quantomeno il vincolo del passaporto
<BR>
<BR>D\'altronde anche la Nuova Zelanda fa incetta da anni di Samoani (Umaga, tuiguimala, tutti oriundi per definizione),Figjiani (Rokokoko) e Tongani (lomu) spacciandoli poi per Maori.
<BR>
<BR>Con il risultato che fior di Neozelandesi, chiusi da equiparati, ance solo nelle quadre di club, finiscono in nazionali estere (vedasi Little, Logan, Persico, Philips, Wakarua, l\'apertura giapponese di cui non ricordo il nome)
<BR>
<BR>E\' u8nproblema che sta crescedno a livello internazionale.
<BR>
<BR>State pur certi che se mai torneremo a vincere qualcosa, ad insidiare i padreterni del International Board, ci cambieranno le regole in corsa...
Advance Australian Fair !

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